Russell: “Così Fritz può mettere pressione a Sinner nella finale di Torino”

Due anni fa Taylor Fritz ha fatto il suo debutto alle Nitto ATP Finals e ha raggiunto le semifinali. Oggi l’americano cercherà di concludere la sua seconda apparizione nel grande evento finale di stagione con un trofeo.
Ma la testa di serie n.5 dovrà affrontare una grande sfida nella finale dell’Inalpi Arena: si troverà di fronte la testa di serie n.1, Jannik Sinner. Si tratta di una rivincita sia della finale degli US Open di quest’anno che dell’ultimo scontro avvenuto, all’interno del girone Ilie Nastase, all’inizio di questa settimana.
“Penso che la partita qui a Torino sia stata effettivamente di un livello ancora più alto per entrambi. Jannik è estremamente equilibrato,” ha detto l’allenatore di Fritz, Michael Russell, a ATPTour.com. “È incredibilmente calmo sotto pressione ed esplosivo anche quando deve colpire dagli angoli più remoti del campo. È molto agile e in grado di trasformare la difesa in attacco meglio della maggior parte dei giocatori del Tour, il che lo rende molto difficile da affrontare. Ma Taylor lo sa, e quando serve come sa fare, con alte percentuali, mette molta pressione sui suoi avversari. Ha molta fiducia e sta colpendo la palla in modo eccezionale.”
Guarda gli Highlights della semifinale di Taylor Fritz:
Negli ultimi anni Fritz ha vissuto molte prime volte. Due anni fa a Indian Wells ha conquistato il suo primo titolo ATP Masters 1000 e appena due mesi fa ha raggiunto la sua prima finale di un torneo del Grande Slam agli US Open. Cosa ha imparato da queste esperienze in partite importanti, specialmente dal suo recente impegno a New York?
“Penso che abbia imparato soprattutto a gestire le emozioni e anche ad avere fiducia, eliminando qualsiasi dubbio su sé stesso,” ha detto Russell. “Tutti vorrebbere essere in finale di eventi importanti, ma poi riuscire effettivamente a farlo ti dà fiducia, acquisti anche nuova esperienza grazie al fatto di trovarti in quelle situazioni più e più volte. Ti trovi più a tuo agio ogni volta che sei in campo in situazioni di quel tipo.”
Il punteggio della finale degli US Open è stato 6-3, 6-4, 7-5 a favore di Sinner. Ma durante la partita Fritz ha servito per il terzo set e ha avuto la possibilità di portare l’incontro al quarto set, quindi ha avuto delle opportunità. Da allora, il vincitore di otto titoli ATP Tour ha raggiunto le semifinali a Shanghai e ora la finale a Torino.
“Siamo tutti orgogliosi del modo in cui si è comportato e del lavoro che sta svolgendo, ed è un processo costante,” ha detto Russell. “Non devi fermarti. Non devi fermarti mai. Devi continuare a lavorare, seguire il processo e i progressi, e i risultati arriveranno.”
Indipendentemente dal risultato di domenica, Fritz lascerà Torino avendo raggiunto un nuovo traguardo. Lunedì salirà al quarto posto nella classifica ATP PIF, il miglior risultato della sua carriera, diventando il primo americano a chiudere l’anno tra i primi quattro dai tempi di James Blake, n.4 del mondo nel 2006.
“È fantastico. Iniziare l’anno fuori dalla Top 10 e poi finirlo al numero 4 è un risultato fenomenale,” ha detto Russell. “Merito a Taylor e al team per aver davvero migliorato, continuando a crescere e a progredire.
“Ha lavorato molto duramente, e raggiungere la finale degli US Open, essere in finale qui, vincere più eventi ATP 250, non è facile. È stato un anno lungo, con molti viaggi e tante avversità da affrontare, e ha fatto davvero un lavoro straordinario dimostrando maturità e affrontando tante variabili.”
Due anni fa, Fritz era nuovo alla scena delle Nitto ATP Finals e raggiungere le semifinali era già stato un traguardo. Ora il 27enne californiano ha la possibilità di ottenere una grande sorpresa e stupire il pubblico italiano con il titolo più importante della sua carriera.
“È sicuramente più convinto delle sue capacità, e questo si riflette non solo nel gioco sul campo, ma anche nella forma fisica, nella resistenza mentale, nella resilienza,” ha detto Russell. “È sempre stato un grande agonista ma ora sta vedendo i risultati. Questo fattore porta a un nuovo livello di fiducia quando sei sotto pressione — la convinzione di poter giocare certi colpi, di poter servire in un certo modo, di portar via la racchetta dalla mano dell’avversario. Questa è la differenza tra il Taylor del 2024 e quello del 2022.”