Rublev torna a Torino: sempre umile, sempre in lotta
8 November 2023

© ATP
Il 26enne l'anno scorso a Torino ha giocato la sua prima semifinale
La maggior parte degli atleti di alto livello prospera quando sospinta da una fiducia interiore che, giustificata o meno che sia, li spinge a rincorrere l'impossibile.
Per Andrey Rublev è diverso. E per chi ha visto come è solito comportarsi lontano dal campo questo affabile 26enne, la cosa non è affatto una sorpresa. Ma Rublev è tipo che non rinuncia ad essere sé stesso neanche quando impegnato nel rettangolo di gioco.
Quest'anno, quando a Montecarlo conquistò il suo primo Masters1000 in carriera, riuscì a rimontare dall'1-4 0-30 del terzo set prima di imporsi in finale contro Holger Rune. Ma cosa passava per la sua testa quando il danese aveva iniziato a decollare nel punteggio? "Che era finita", rispose allora Rublev alle telecamere dell'Atp. "Ma almeno prova a giocare, non arrenderti. Non si sa mai, magari ci sarà un'occasione per provare a recuperare e magari sarai anche fortunato nel riuscire a sfruttarla".
Alla fine Rublev trovò il modo di risalire, e la fortuna non ebbe alcun ruolo nella sua rimonta. Dopo le due precedenti sconfitte patite in altrettante finali di Masters1000, il russo si sciolse infine in lacrime sulla terra battuta del Principato di Monaco.
Il trofeo assunse ancor più significato alla luce dei recenti cambiamenti apportati da Rublev al suo team. Confermato Fernando Vicente, suo coach dal 2016, la riorganizzazione coinvolse altre figure del suo team e si completò prima del via della stagione.
"Ad inizio anno sentivo di star lavorando bene negli allenamenti, eppure non riuscivo a vincere nulla di veramente grande e le sensazioni che ne ricavavo erano piuttosto strane"; ha dichiarato Rublev in una recente intervista con ATPTour.com.
"Poi Montecarlo mi ha invece dato la giusta fiducia nel farmi capire che il lavoro che stavo facendo era nella giusta direzione. E infine gli ultimi risultati, tra cui la finale di Shanghai, mi hanno confermato che dal team che avevo con me fino agli allenamenti che stavo facendo, tutto era così come avrei voluto che fosse, e che avrei dovuto continuare così con ancor più fiducia".
Rublev ha dimostrato più volte di poter battere i migliori del mondo. Ha 23 vittorie contro i Top 10, inclusa una vittoria contro l'attuale numero 1 del mondo Novak Djokovic. All'inizio di novembre al Rolex Paris Masters, è arrivato a un passo dal bis in quella che è stata una delle semifinali più intense vissute nel corso della stagione.
"Rublev mi ha soffocato come un serpente soffoca una rana per gran parte della partita", ha detto Djokovic dopo aver vinto per 5-7, 7-6(3), 7-5. "Stava già giocando ai livelli alti che gli competono, ma oggi è andato ancora oltre. Non credo di aver mai affrontato un Rublev così forte".
Ma prima di quella sfida, quando gli fu chiesto cosa avrebbe dovuto fare per provare a battere il serbo, Rublev non perse la sua proverbiale umiltà.
"Io dovrò giocare il mio miglior match, e lui il suo peggiore", rispose, ripetendo quanto già detto alla vigilia della sua sfida contro Carlos Alcaraz.
Non ci sono dubbi che Rubelv, se a Torino vorrà recitare un ruolo da protagonista, dovrà mettere in campo il suo tennis migliore in quella che per lui sarà anche la quarta presenza alle Nitto Atp Finals. E mantenendo basse le sue aspettative, non è detto che non stia preparando l'assalto a quello che potrebbe essere il titolo più importante della sua carriera.
"Mi aiuta a togliermi un po' di pressione", ha detto Rublev. "Se dovessi affrontare Djokovic o Alcaraz è ovvio che farò di tutto per sfidarli e avere una chance di vincere. Ma è davvero dura, loro sono più forti di me e lo hanno già dimostrato per molti anni. Staremo a vedere. Ma proprio per questo avrò bisogno di giocare il mio tennis migliore".
Ed è proprio quel che Rublev riuscì a fare l'anno scorso a Torino, quando arrivò fino alle semifinali dopo esser sopravvissuto nel suo girone a un match spareggio contro Stefanos Tsitsipas che lo vedeva sotto di un set. Come accaduto a Montecarlo, Rublev fu colto di sorpresa dall'avvio di match del suo rivale ritrovandosi in breve con ben poche chance di vittoria. La situazione non gli impedì comunque di lottare e quell'atteggiamento gli valse una delle vittorie più belle mai ottenute in carriera.
"Conquistare quella semifinale fu davvero un gran bel momento", racconta oggi a un anno di distanza. "Prendere parte a questo torneo fu speciale. Quando vinsi ricordo che avvertii delle emozioni fortissime".
Ma lungi dal farsi gonfiare l'ego dalla potenza dei ricordi, Rublev fu veloce nel sottolineare quali furono invece le condizioni in cui si ritrovò catapultato subito dopo quella vittoria.
"Non sono cose che capitano spesso", ha detto già proiettandosi verso quella che potrebbe essere per lui un'altra lunga corsa nel torneo. "Staremo a vedere, ma è ovvio che farò di tutto per poterle riassaporare ancora".
"Ci saranno tutti i migliori giocatori, tutti vorranno vincere e tutti giocheranno in modo incredibile".
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