Il serbo è la prima testa di serie a Torino
 

Novak Djokovic sa bene che alle Nitto Atp Finals potrebbe centrare l'ennesimo grande record della sua carriera: chiudere la stagione da ATP Year-End No.1 per l'ottava volta. 

"In questo momento il mio più grande obiettivo è quello di chiudere la stagione da n.1 del mondo, speriamo di poterlo raggiungere. Mi serve una vittoria, e spero che arrivi", ha dichiarato Djokovic all'ATP Media venerdì a Torino. "E poi, ovviamente, sarebbe stupendo riuscire a vincere anche il torneo. Ma quello è l'obiettivo, e vedremo poi quello che accadrà".

Se Djokovic dovesse vincere un match, o Alcaraz perderne uno, il serbo otterrebbe uno dei massimi riconoscimenti che sportivo possa ambire di raggiungere. L'ultima volta che chiuse l'anno da n.1 fu il 2021.

Djokovic avrà il suo destino nelle mani domenica sera quando debutterà nel torneo opposto a Holger Rune. I due si sono affidati appena una settimana fa al Rolex Paris Masters dove fu Djokovic a imporsi in un quarto di finale durato tre ore e giocato dai due ad altissimi livelli.

"Holger è al debutto nelle Nitto Atp Finals. Lui e Carlos sono della stessa generazione, tra i leader della NextGen e forse tra i migliori giocatori che traghetteranno questo sport per i prossimi dieci anni", ha dichiarato Djokovic. "Ma ne vedremo molti come lui in futuro, ne sono sicuro. Ha accanto a lui Boris Becker, una vera leggenda di questo sport, e sta continuando a migliorare e a migliorare. Ogni volta che ci affrontiamo sono sempre sfide molto equilibrate, e credo che me ne aspetterà un'altra".

Memore del suo primo trionfo ottenuto in questa location un anno fa, sapere di poter quindi giocare bene al Pala Alpitour, è condizione che infonde fiducia a Djokovic.

"Disputai un torneo perfetto. Vinsi 4 dei miei 5 match in due set. E' la terza volta che ci troviamo a Torino, saremo a non più di 300mt di altitudine, forse i tifosi non lo avvertono, ma è una condizione di cui noi ci rendiamo conto quando siamo in campo", ha aggiunto Djokovic. "La palla vola, e le condizioni sono molto particolari. Ci vuole qualche giorno per abituarsi. Ma è stupendo. Così come l'arena, ed è davvero bello poter prendere ancora una volta parte a un evento con un seguito così grande".

"C'è tanta passione per il tennis e lo sport in generale in Italia, e ora oltre agli Internazionali d'Italia di Roma anche le Nitto Atp Finals cominciano ad avere una loro tradizione. E' davvero notevole, mi emoziona e non vedo l'ora di cominciare a giocare".

Ciò che spinge Djokovic è un qualcosa che va oltre i semplici riconoscimenti. E' stato lui stesso a spiegarlo: "Amo competere, amo lo sport. E' la mia più grande motivazione, davvero, perché ho scritto tantissimi record ed è una cosa bellissima". "Se anche dovessi lasciare oggi stesso questo sport e riflettere su tutto quello che ho fatto, avrei di che essere estremamente soddisfatto. Non sento alcuna pressione nel continuare a competere, ma ne sento ancora il desiderio e ho ancora il livello per poterlo fare".

"Sto giocando davvero ad un alto livello, i record sono lì ed è ovvio che siano una grande ispirazione, non c'è dubbio, così come la storia di questo sport. Io voglio continuare a scrivere la mia e quella di questo sport e vedere fin dove potrò arrivare".

La rincorsa comincerà questa settimana a Torino dove il 36enne figura nel Gruppo Verde insieme a Jannik Sinner, Stefanos Tstsipas e Holger Rune, e l'idea di tornare a sfidare i migliori giocatori del mondo non può non ingolosire il n.1 del mondo.

"E' stupendo. E mi sento ancora una volta onorato di far parte di questo evento. E' davvero l'apice del nostro sport. Al di là degli Slam, questo è il torneo più importante che ci sia. I migliori otto giocatori del mondo hanno lavorato duro durante tutto l'anno, tutti i giocatori che si sono qualificati per questo torneo, è davvero un enorme privilegio"; ha dichiarato Djokovic. "E' l'unico torneo con un format a gironi. E quindi anche in caso di una sconfitta o due ci può qualificare per le semifinali. E' un fattore che toglie un po' di pressione all'idea di poter perdere una partita". 

"Ma ciò nonostante bisogna essere al 100% in ogni singolo match perché il livello di ogni partita è pari forse solo a quello di una finale di un Masters 1000".